Non sono più

«Sono imprigionato in una grande rabbia soffocante, e sto sprecando un giorno della mia vita.

L’alternativa, oggi, non era più piacevole, ma questo non sono io. Non mi riconosco.

Lo sono stato, per così tanto tempo, e solo ora mi rendo conto di quanto abbia sprecato “il mio me”, quello che tocca il suo lato più vero, che guarda in faccia e tocca con mano le paure, le ansie, le angosce che stritolano il cuore. Poiché la verità, osservata da questo punto di vista dimenticato, è che io già sono altro, un ricercatore solo, come può esserlo solamente chi intraprende questo percorso forzato, essere “altro”, con tutti i difetti e le difficoltà a trovare il profondo, con tutti gli errori quotidiani, le cadute, e la ricerca della forza per rialzarsi ancora, ma un io molto più vero. Certamente non illuminato, ma vero. Vero come le paure, le angosce, il terrore.

Come non è vero sorvolare il mondo senza toccarlo, senza farsi male, senza provare la solitudine, quella vera, quella che segna»

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